Djokovic contro il pubblico di Wimbledon: lo sfogo dopo la vittoria
14 Aprile 2025Novak Djokovic ha conquistato l’accesso ai quarti di finale di Wimbledon con una prestazione netta contro il giovane Holger Rune, battuto in tre set. Tuttavia, a far parlare non è stata soltanto la vittoria del serbo, quanto il suo sfogo nei confronti di una parte del pubblico, colpevole — a suo dire — di aver superato il limite durante il match.
Al termine della partita, durante l’intervista in campo, Djokovic ha risposto con ironia tagliente a chi lo aveva fischiato: “Guuuuud night”, ha detto al microfono, allungando volutamente la parola “good” per imitare i cori che a suo avviso non erano semplici incitamenti per Rune, bensì fischi mascherati. “So bene come funzionano queste cose — ha aggiunto — tifavano per Rune, ma usavano il suo nome come scusa per fare ‘buu’. Conosco questi trucchi. Ho giocato in ambienti ben più ostili. Chi mi fischia non mi tocca. Rispetto chi viene per il tennis, ma non chi manca di rispetto ai giocatori”.
I cori durante il match e la reazione
Durante l’incontro, si sono levati ripetutamente cori come “Ruuuuune”, che secondo Djokovic erano solo un pretesto per disturbarlo. Alla domanda su come il torneo potrebbe affrontare situazioni simili in futuro, il campione serbo ha risposto con realismo: “Il pubblico paga il biglietto, ha il diritto di tifare. Certo, si può pensare che l’arbitro o altri ufficiali debbano intervenire per placare certi atteggiamenti, ma in pratica non si può espellere un’intera sezione dello stadio per mancanza di rispetto. Fa parte del gioco”.
Djokovic ha anche sottolineato quanto sia importante il pubblico per lo sport: “Siamo qui grazie all’interesse dei tifosi, che comprano i biglietti e fanno la fila per entrare. Ma devono rispettare i giocatori. È naturale sostenere un atleta o l’altro, ma se si supera il limite, reagisco. Ecco perché ho detto quelle parole”.
Precedenti scontri con il pubblico
Non è la prima volta che Djokovic si scontra con i tifosi. Alla fine del 2023, durante il Masters di Parigi-Bercy, fu criticato da alcuni spettatori per una pausa in bagno. A Torino, nelle ATP Finals, rispose alle provocazioni mimando un direttore d’orchestra per guidare i cori ironici dei tifosi. E in Coppa Davis, a Malaga, entrò in polemica con alcuni tifosi britannici, definendoli irrispettosi: “Mi hanno infastidito e ho risposto duramente. So che succede spesso in Coppa Davis, ma non accetto questo comportamento”.
Anche agli Australian Open di quest’anno, Djokovic è stato protagonista di un botta e risposta con un singolo spettatore durante la partita contro l’australiano Popyrin. “Che hai detto? Vieni a ripeterlo in faccia, se hai coraggio”, gli gridò dal campo.
L’effetto opposto: più critiche, più forza
C’è però un aspetto curioso: ogni volta che Djokovic è provocato, sembra rispondere con prestazioni ancora migliori. La tensione lo carica e alza il suo livello di gioco. Un esempio emblematico è la storica finale di Wimbledon del 2019 contro Roger Federer, vinta dal serbo nonostante uno stadio tutto schierato per lo svizzero — ma senza eccessi o insulti. Anche in quell’occasione, Djokovic dimostrò come le avversità del pubblico possano trasformarsi in un ulteriore stimolo per lui.