Barcellona e la nuova macchina da gol: il trio d’attacco incanta in contropiede

Barcellona e la nuova macchina da gol: il trio d’attacco incanta in contropiede

10 Aprile 2025 Off Di Antonella Parisi

Per anni simbolo del possesso palla esasperato e delle mille combinazioni al limite dell’area, il Barcellona sta riscoprendo una nuova identità offensiva. Non è la prima volta: già sei anni fa, durante il loro ultimo cammino fino alla semifinale di Champions League, i catalani abbandonarono in parte il tiki-taka per un calcio più concreto, reso spettacolare dagli sprazzi di genio di Lionel Messi. Ora, però, l’evoluzione tattica è ancora più evidente.

Dopo la netta vittoria per 4-0 contro il Borussia Dortmund nell’andata dei quarti di finale, la squadra allenata da Xavi si prepara a un ritorno tra le grandi d’Europa, mostrando un volto sorprendente: un mix perfetto tra possesso, verticalità e micidiali ripartenze. Al centro di questa trasformazione c’è il tridente offensivo composto da Lamine Yamal, Robert Lewandowski e Raphinha — non solo interpreti del nuovo stile, ma anche i principali protagonisti delle sue riuscite.

Impossibile non paragonarli al leggendario trio Messi-Suarez-Neymar — la celebre MSN — che dieci anni fa trascinò il Barça all’ultima vittoria in Champions League. Tuttavia, le differenze tra le due generazioni di attaccanti sono significative.

Dal 2014 al 2017, molte delle azioni più spettacolari dei blaugrana nacquero da combinazioni strette tra i tre fuoriclasse. Un esempio lampante fu il primo gol di Messi nella vittoria per 6-1 contro la Roma nella fase a gironi del 2015: un capolavoro corale e ravvicinato.

Al contrario, il terzo gol segnato mercoledì da Lewandowski — ex Dortmund — dimostra come agisce oggi l’attacco del Barça, basandosi su spazi ampi, movimenti sincronizzati e transizioni rapide.

L’azione nasce da un errore del Dortmund nei pressi dell’area catalana. Fermín López recupera palla e la porta in avanti, servendo Yamal sulla fascia destra. Nel frattempo, Raphinha parte largo a sinistra ma si accentra, mentre Lewandowski si trova sul lato opposto, lontanissimo dai compagni.

Yamal restituisce il pallone a López, che prosegue la corsa, e nel frattempo Lewandowski si avvicina all’area. Quando López riceve sulla destra, Raphinha taglia verso il secondo palo trascinando con sé un difensore, aprendo così lo spazio per l’attaccante polacco.

López serve perfettamente Lewandowski, che realizza il suo secondo gol della serata con freddezza.

Nel giro di pochi secondi, Raphinha e Lewandowski si erano scambiati di posizione in modo quasi telepatico — un’intesa che ricorda quella della MSN, ma con un’importante novità: la grande distanza iniziale tra i tre. A differenza dei loro predecessori, questi attaccanti operano su porzioni di campo più ampie e sfruttano la velocità in transizione per sorprendere le difese.

Un approccio simile si era già intravisto ai tempi della prima partita ufficiale del trio Messi-Suarez-Neymar, nel Clasico perso 3-1 contro il Real Madrid nell’ottobre 2014. In quell’occasione, Suarez lanciò Neymar con un passaggio diagonale, mentre Messi attirò su di sé i difensori, lasciando campo libero al brasiliano per segnare dopo appena quattro minuti.

Ma oggi, il Barcellona non punta più solo sulla magia individuale: il nuovo tridente si muove con una logica diversa, più dinamica e distribuita. Una squadra che sa ancora ipnotizzare con il palleggio, ma che ha aggiunto al proprio arsenale un’arma letale: la capacità di colpire in contropiede con precisione chirurgica.